A cura della dott.ssa Caterina Marabotto
Con la fine dell’estate e l’inizio della scuola, si ripresenta un fastidioso problema per i bambini, ma anche per le mamme: i pidocchi! Ecco qualche informazione che può essere utile per sconfiggere questo antipatico parassita.
IDENTIKIT
La pediculosi è un'infestazione causata dalla presenza di pidocchi, piccoli parassiti grigio-biancastri senza ali, con zampette uncinate in grado di attaccarsi a capelli e peli; si nutrono di sangue e, dopo aver punto, depositano un liquido responsabile del fastidioso prurito. Il pidocchio non può essere trasmesso dagli animali e non è in grado di sopravvivere a lungo lontano dall’uomo.
Vivono a contatto con la cute, mentre le larve contenute nelle uova, chiamate lendini, di colore bianco-lucido, possono sopravvivere nell'ambiente anche fino a 10 giorni. Il loro ciclo vitale dura circa 1 mese, inizia con le uova, prosegue con la fase delle ninfe e si conclude con la fase adulta, ossia con il pidocchio formato in grado di riprodursi. Ed è in questa fase bisogna subito intervenire.
IL CONTAGIO
Il contagio avviene da persona e persona, per contatto diretto, e probabilmente attraverso lo scambio di effetti personali (pettini, fermagli, sciarpe, cappelli, asciugamani, biancheria da letto, ecc.). Due miti da sfatare:
Tra le numerose specie di pidocchi esistenti in natura, quelli del capo (Pediculus humanus capitis) sono quelli che causano la maggior parte delle infestazioni e rappresentano un problema di sanità pubblica per la rapidità con cui si propaga l'infestazione
I SINTOMI
Il prurito non è un sintomo precoce, in quanto le prime punture del pidocchio non vengono avvertite perché nella loro saliva c’è una sostanza che toglie la sensibilità.
Il prurito compare dopo qualche settimana a causa di una reazione allergica alla saliva dell'insetto e quindi, tra l’infestazione e la comparsa dei sintomi, trascorre un periodo di latenza, durante il quale è massimo il contagio della malattia.
Il prurito si localizza inizialmente nelle zone di deposizione delle uova , poi sulla nuca e nella parte alta del tronco. A seguito dello sfregamento, si vengono a creare lesioni escoriative, con conseguente impetiginizzazione* e ingrossamento locale dei linfonodi.
LA DIAGNOSI
Si basa sul ritrovamento dell'insetto adulto e delle uova, specialmente all’altezza della nuca o dietro le orecchie. Verranno rilevati puntini bianchi o marrone chiaro, di forma allungata, traslucidi, poco più piccoli di una testa di spillo. Si differenziano dalla forfora in quanto le lendini non si staccano dal capello quando lo si fa scorrere tra le dita, essendo tenacemente attaccate ad esso da una particolare sostanza adesiva.
La certezza dell’infestazione si ha solo quando si trova il pidocchio vivo; la presenza di lendini non indica la presenza del pidocchio.
I POSSIBILI TRATTAMENTI
In commercio sono disponibili numerosi prodotti contro la pediculosi, sotto forma di polveri, creme, mousse, gel, shampoo. Tutti questi prodotti possono essere utilizzati per il trattamento, ma non hanno nessun ruolo nella prevenzione.
Se ripetuto con una certa frequenza (ogni 3-4 giorni) per almeno 2 settimane può essere efficace quanto i tradizionali insetticidi, limitando però gli effetti avversi.
LA PREVENZIONE
È bene sapere che non è possibile prevenire la pediculosi. Usare i prodotti antiparassitari a scopo preventivo non rende immuni dall'infestazione; si tratta di una pratica inutile e dannosa.
È possibile comunque mettere in atto alcune precauzioni, che permettono di ridurre il rischio di contagio:
Non serve a niente tagliare i capelli in quanto i pidocchi si attaccano a tutti i tipi di capelli, corti o lunghi.
PER LA RIAMMISSIONE A SCUOLA
Se si effettua la terapia in maniera scrupolosa, il bambino può tornare a scuola il giorno successivo al primo trattamento. Qualora il bambino non fosse adeguatamente sottoposto a trattamento antiparassitario, dovrà essere disposto l’allontanamento dalla scuola, in modo da interrompere la catena di trasmissione e verrà richiesto un certificato medico di riammissione.