Negli ultimi decenni, col progresso delle scienze mediche, sono paradossalmente aumentate anche le cerebropatie infantili.
Si tratta di bambini che -in passato- alla nascita erano destinati a morte certa per via di gravi malformazioni congenite o perché troppo prematuri.
Oggi, invece, grazie all’evoluzione delle TIN, delle diagnosi prenatali e delle cure precoci, riescono a sopravvivere, a volte però al prezzo di significative complicanze neurologiche. Conseguentemente, possono svilupparsi deformità che provocano dolore e riduzione o perdita della funzione motoria. È emersa quindi la necessità di trattamenti riabilitativi e chirurgici atti a migliorare quanto più possibile la qualità di vita questi bambini.
E qui entra in gioco la Neuro Ortopedia.
«Cercando di semplificare – ci spiega il dott. Pier Francesco Costici – la Neuro Ortopedia è una specializzazione che si occupa di disturbi ortopedici in bambini affetti da patologie neurologiche. Il nostro scopo è operare per prevenire o curare una deformità invalidante e dolorosa o anche per migliorare la funzionalità motoria in un bambino che cammina male».
Fondamentale per l’attività dei chirurghi neuro ortopedici è l’approccio multidisciplinare.
«Noi – come ci conferma il dott. Costici – valutiamo sempre questi pazienti insieme ai neuro-riabilitatori e ai pediatri, per capire quali siano le necessità di recupero motorio e quale sia il periodo più idoneo per intervenire chirurgicamente. A volte, infatti, può essere necessario inserire nel progetto riabilitativo l’atto chirurgico che serve a rimuovere eventuali “retrazioni articolari” che impediscono un movimento corretto. Se infatti la neuroriabilitazione deve rieducare il cervello di questi bambini alla funziona motoria, è chiaro che devono anche avere degli arti funzionanti con i quali lavorare».
Gli interventi possono essere più conservativi (bilanciamenti muscolari, allungamenti o trasposizioni della funzione dei tendini e dei muscoli) o più “estremi” come le osteotomie o le artrodesi (“fratture chirurgiche” eseguite al fine di per “ricomporre” nella maniera più “anatomica” possibile le articolazioni). Un’altra tipologia molto particolare e complessa di intervento è l’impianto della pompa di baclofen che permette di agire direttamente sulla spasticità del paziente attraverso l’inoculazione programmata di un farmaco (il baclofen, appunto).
«Palidoro – aggiunge il dott. Costici - è stato uno dei primi centri in Italia a sviluppare la Neuro Ortopedia. Ricordo a questo proposito con affetto il dott. Vittorio Salsano che negli anni ’80 dedicò una sezione del Reparto di Ortopedia a questa specializzazione, praticando tra i primi in Italia la chirurgia su pazienti spastici. Oggi la Neuro Ortopedia è diventata un Centro di Riferimento in Italia per questo tipo di pazienti, vantando una delle maggior casistiche (circa 3.500 bambini neuropatici operati per disturbi ortopedici).