Per torcicollo si intende comunemente un blocco doloroso del collo che di solito insorge a causa di una brusca rotazione del rachide cervicale. Altrettanto comunemente tale malessere può essere causato da un semplice colpo di freddo o da una postura scorretta durante il sonno.
Nei bimbi si tratta di una patologia molto più complessa.
«Il torcicollo - ci spiega il dott. Guido La Rosa, responsabile dell’Unità di Ortopedia del Bambino Gesù di Palidoro - è una condizione patologica caratterizzata da una deviazione laterale e rotatoria del capo. In base all'insorgenza della patologia, può essere congenito o acquisito».
Il torcicollo congenito viene distinto in osteogeno e miogeno.
- Il torcicollo congenito miogeno è dovuto a una retrazione fibrosa monolaterale del muscolo sternocleidomastoideo. Il capo risulta così flesso omolateralmente alla lesione e ruotato controlateralmente.
Le cause sono in genere riconducibili al meccanismo di estrazione del neonato connesso al momento del parto: travagli di parto difficoltosi, nei quali possono avvenire stiramenti dei muscoli del collo, sono responsabili di retrazioni dei muscoli stessi che comportano l’insorgenza di torcicollo.
- Il torcicollo congenito osteogeno è dovuto a malformazioni ossee a carico delle vertebre cervicali: sinostosi atlanto-occipitale, fusione delle prime due vertebre cervicali, sinostosi di due o più vertebre cervicali tipiche della Sindrome di Klippel Feil, emispondilie o Spina bifida cervicale.
Il torcicollo acquisito si distingue in base alle cause che lo generano:
- Torcicollo acquisito di origine osteoarticolare, dovuto a patologie acute o croniche che interessano il muscolo sternocleidomastoideo (infiammazione o retrazione per cicatrice) o le vertebre cervicali (artriti, tubercolosi, reumatismo). Una particolare forma di questo tipo è costituita dalla sublussazione rotatoria delle prime due vertebre cervicali (C1-C2), che insorge in seguito a traumi anche modesti. La prima vertebra cervicale, l’atlante, si lussa nella sua articolazione con la seconda, provocando un torcicollo che talvolta diviene irriducibile e fisso per lungo periodo di tempo.
- Torcicollo acquisito di origine varia (o torcicollo sintomatico). Il torcicollo in questi casi è il sintomo di varie patologie, per esempio di disturbi della vista (torcicollo oculare) o dell'equilibrio, o di problemi neurologici (per es. il torcicollo spasmodico di Cruchet), o infine di malattie di competenza otorinolaringoiatrica come le infezioni adenoidee e tonsillari (torcicollo di Grisel).
«In questo caso la terapia - spiega il dott. La Rosa - si compone di vari sistemi. Nelle forme in cui prevale la componente muscolare (torcicollo miogeno neonatale) si adottano tecniche di facilitazione neuromuscolare, piccoli tutori e masso-terapia de-contratturante. In caso non risponda alla terapia, sarà necessario fare ricorso a piccoli interventi di allentamento del muscolo sternocleidomastoideo (quello che in genere si presenta più colpito e retratto).
Le forme malformative ossee richiedono un attento monitoraggio, per escludere coinvolgimenti dei nervi che arrivano alle braccia. L’utilizzo di collari e di busti può essere necessario, e solo in presenza di casi gravi ed evolutivi la chirurgia contribuisce a gestire le situazioni più marcate.
Le forme di sublussazione rotatoria C1-C2 si trattano inizialmente con miorilassanti (rilassanti muscolari) e leggere trazioni. Se, con il progredire delle settimane, non si assiste a un rapido recupero, divengono necessarie manovre di riduzione della sublussazione in sedazione o interventi di riduzione e fissazione delle due vertebre".
"I torcicolli sintomatici -conclude- necessitano invece di un’attenta identificazione della causa che li ha generati e della sua conseguente soluzione (strabismo o disturbi dei muscoli oculari, cura delle tonsille, adenoidi o loro asportazione)».