Spesso sono fin troppo permissivi, con buona pace delle mamme che con i figli devono fare la parte del “poliziotto cattivo”. Uomini tutti d’un pezzo che con il proprio pargolo in braccio si sciolgono come neve al sole (e oggi il sole ha anche sorriso alla loro festa), piangono (non lo facevano, dicono, dalla quinta elementare), perdono gran parte della razionalità che in genere li contraddistingue e finiscono col regredire quasi alla stessa età dei figli.
Questi papà!
Tutto questo, in ospedale, assume contorni più grandi, più intensi.
Padri capaci di esplodere al Pronto Soccorso con grida e minacce perché il bimbo di 3 anni si è sbucciato il ginocchio e non è il primo a essere visitato. È normale, comprensibile, verrebbe da dire “giusto”, perché è l’amore che li accende.
Gli stessi padri che, di fronte a una terribile diagnosi, si offrono come roccia sulla quale le madri possano disperarsi liberamente, mentre loro stringono i denti dicendosi che loro avrebbero pianto e urlato dopo, in macchina, per conto proprio.
Padri che lasciano in ospedale il figlio ricoverato per andare al lavoro e poi correre di nuovo in reparto senza essersi neanche liberati della cravatta o aver mangiato.
A tutti questi papà, che agli occhi dei loro figli hanno sempre un mantello rosso nascosto sotto la camicia, il Bambino Gesù dedica ogni anno un augurio speciale, con il contribuito ovviamente dei loro piccoli.
Nella fotogallery: Alcuni dei disegni e dei biscotti che i bambini di Palidoro hanno preparato per i loro papà