Nel periodo estivo, specie in spiaggia, la congestione è uno dei maggiori rischi cui vanno incontro bambini e adolescenti, che, anche dopo un pasto abbondante e ricco di grassi, cedono alla tentazione di rituffarsi subito in acqua.
Ma cos’è in effetti la congestione?
«La parola “congestione” – spiega Raffaele Edo Papa, pediatra del Bambino Gesù nella sede di Palidoro – deriva dal latino e significa letteralmente “accumulo”. Nel caso specifico fa riferimento all’accumulo di sangue nell’apparato gastrointestinale durante il processo digestivo che inizia 20-30 minuti dopo il pasto e può durare anche diverse ore. Durante questa fase il sangue fluisce in gran quantità nello stomaco e nell’intestino comportando un incremento della temperatura corporea*».
Ed è proprio in questo frangente che si può verificare il fenomeno della congestione. «Se ci si sottoponesse ad un improvviso abbassamento di temperatura, immergendosi per esempio nell’acqua fredda del mare o di una piscina, la vaso-costrizione impedirebbe al sangue di defluire dall’intestino, provocando un blocco digestivo e uno shock per l’intero organismo».
Con quali conseguenze?
«I sintomi più comuni – continua Papa - sono un’improvvisa debolezza (la cosiddetta “astenia”), capogiri, annebbiamento della vista, cefalea e dolori addominali, vomito e diarrea. In casi più gravi e rari, la difficoltà da parte del cuore nel pompare il sangue può generare uno scompenso e la perdita di sensi. Per questo, se si decide di fare una nuotata in fase digestiva, esiste il rischio concreto di svenire in acqua a affogare».
Cosa devono fare i genitori se individuano i sintomi di una congestione nei loro bambini?
«I consigli sono quelli validi anche per gli adulti – precisa Papa. Far stendere il soggetto in un luogo ventilato e asciutto, coprendogli l’addome per ripristinare la temperatura corporea evitando di surriscaldarlo. Più che il freddo in sé, infatti, è lo sbalzo termico a provocare lo shock nell’organismo. Per lo stesso motivo non vanno somministrate bevande calde ma liquidi a temperatura ambiente. Se i sintomi non regrediscono nel giro di pochi minuti, è consigliabile chiamare il 118».
Quali le accortezze per evitare una congestione?
«Innanzitutto, come già detto, bisogna evitare di immergersi nell’acqua fredda durante la fase digestiva, che può durare dalle 2 alle 4/5 ore, a seconda di cosa si è mangiato – sottolinea Papa -. D’estate, specie se si è in spiaggia, il consiglio è quello di consumare un pasto leggero, a base di frutta e verdura per ridurre notevolmente il carico di lavoro per l’organismo».
«Dato che è lo sbalzo termico la principale causa della congestione – conclude il dottore - bisogna evitare l’assunzione di bibite ghiacciate o bollenti, ambienti eccessivamente climatizzati e sforzi eccessivi e improvvisi, come ad esempio una partita di calcetto in spiaggia subito dopo il pasto».
*Per questo motivo non si misura mai la febbre dopo i pasti. Il processo digestivo falserebbe la rilevazione della temperatura basale.