Un reparto multidisciplinare per la cura dei piccoli pazienti affetti da patologie di interesse chirurgico, dall’età neonatale a quella adolescenziale. L’unità di Chirurgia Generale e Toracica dell’Ospedale Bambino Gesù si avvale, per la cura dei casi di elevata complessità e non, di un team medico che collabora a stretto contatto con gli altri rami chirurgici del Bambino Gesù.
Ne abbiamo parlato con il direttore Alessandro Inserra, che ha spiegato come è strutturata l’unità operativa, quali sono i servizi offerti e in che modo viene seguito il percorso clinico del paziente, dai casi più semplici fino a quelli che richiedono maggiore attenzione.
«La Chirurgia Generale e toracica trova la sua sede all’interno del Dipartimento Chirurgico, dentro al quale esistono altre chirurgie, che collaborano sinergicamente tra loro per offrire assistenza a 360° ai pazienti ad alta complessità. L’Unità Operativa si articola su due diverse strutture: quella di Roma – Gianicolo e San Paolo - e quella di Palidoro.
A Palidoro, pur essendo una chirurgia generale, l’attività si concentra in maniera più formale e sostanziale sulla gestione dei ragazzi e dei bambini con deficit neurologici o affetti da obesità. Risponde parallelamente anche alle emergenze e alle urgenze di quella zona, di quel territorio della Regione Lazio.
A Roma l’Unità Operativa si occupa delle patologie complesse chirurgiche dell’età pediatrica e ha, come fondamento dell’attività, tre settori:
- La Chirurgia Oncologica, delle tumefazioni e delle masse benigne e maligne dei bambini;
- La Chirurgia Toracica, delle malformazioni ereditarie e acquisite durante l’età pediatrica;
- La Chirurgia d’Urgenza.
Per tutto ciò che concerne interventi meno complessi – spiega Inserra – l’unità si avvale del supporto dell’attività della Day Surgery e del servizio di Chirurgia ambulatoriale di San Paolo e Palidoro».
All’attività clinica e chirurgica si affianca una intensa attività scientifica che si avvale di sperimentazioni cliniche in ambito internazionale.
«La ricerca per noi è alla base del risultato da conseguire – spiega Inserra -. Il nostro impegno, oltre a quello immediato di curare il paziente, è anche quello di raccogliere dati che, una volta messi a confronto con quelli di altre strutture, permettano di conseguire risultati precedentemente impensabili. Se negli anni ’60, ad esempio, la presenza di patologie tumorali infantili faceva registrare un tasso di mortalità di oltre l’80%, nell’arco di trent’anni la percentuale si è ridotta al 20% fino a raggiungere più recentemente il 5-10%. Un risultato possibile soltanto grazie alla messa in condivisione dei dati e delle capacità tecnico-scientifiche di ogni medico».