A livello infantile l’obesità rappresenta un importante fattore di rischio per lo sviluppo di steatosi epatica, diabete, danni alla retina e cardiopatie. In Italia Il 25% dei bambini risulta in sovrappeso e il 13% è obeso.
Il percorso diagnostico deve sempre essere accompagnato da un’adeguata terapia educazionale e da uno specifico percorso riabilitativo. L’approccio alla patologia si è molto modificato nel corso degli anni. Accanto alla terapia di tipo dietetico-comportamentale si sono sviluppate metodiche e tecnologie per intervenire con trattamenti precoci o a livello chirurgico, riducendo al minimo il carattere invasivo dell’intervento.
INSERIMENTO DEL PALLONCINO INTRAGASTRICO
Uno dei trattamenti “non convenzionali” per la cura dell’obesità patologica è rappresentato dall’inserimento di uno o più “palloncini” che vengono gonfiati all’interno dello stomaco del paziente per indurre un senso di sazietà e aiutarlo a dimagrire in maniera significativa.
Il palloncino è studiato per resistere agli acidi dello stomaco ed è indistruttibile. Gonfiandolo con l’azoto, viene posizionato nella parte alta dello stomaco, nel fondo gastrico. Per chi si sottopone al trattamento è possibile inghiottirlo sotto forma di pillola.
SINDROME DI PRADER-WILLI
La Sindrome di “Prader-Willi” è la forma più comune di obesità genetica dovuta all’alterazione del cromosoma 15. Si tratta di una patologia che riguarda un caso ogni 25-30 mila bambini. Verso i 2-3 anni, si assiste ad un progressivo aumento dell'appetito (iperfagia) che determina l'instaurarsi di uno stato di obesità di grado elevato.
Tra i sintomi della malattia: bassa statura, scoliosi, apnee notturne e narcolessia, ritardo cognitivo e del linguaggio, ipogonadismo e ritardo puberale, alterazioni neuro-comportamentali, tratti somatici caratteristici.
Un trattamento precoce può aiutare a contrastare la patologia. Nei primi mesi di vita è fondamentale iniziare la somministrazione dell’ormone della crescita (GH) per intervenire sulla prognosi dei pazienti.