È ormai consuetudine di tutti i Centri di Ostetricia e Ginecologia far visitare i bambini appena nati dal neonatologo, che si occuperà di prescrivere una visita oculistica in caso di riscontro di qualsiasi anomalia.
«Se non ci sono sintomi evidenti di problemi della vista - spiega il dott. Antonino Romanzo, Responsabile dell’organizzazione delle attività di Ricovero Ordinario dell’Unità Operativa Oculistica a Palidoro e referente per la cura del retinoblastoma - è bene in ogni caso effettuare una visita oculistica di controllo a determinati step: 1 anno – 3 anni – 4 anni – 6 anni. Successivamente, e secondo le indicazioni dell’oculista, va effettuata una visita ogni 1-2 anni».
La diagnosi precoce di un problema oculistico, infatti, migliora sensibilmente la prognosi e rende più efficace la riabilitazione visiva. Ad esempio: la presenza di una cataratta congenita ha buone possibilità di riabilitazione visiva se trattata più precocemente possibile.
«Bisogna tenere presente – sottolinea il dott. Romanzo - che spesso, nel primo anno di età, per il genitore è difficile capire se sia effettivamente presente un difetto visivo: il mondo che interessa il bambino è quello che può toccare con le proprie mani. Al bambino non interessa vedere le macchine lontane, ma vuole afferrare la bambolina vicino a lui».
La prima visita oculistica, per un bambino senza particolari problemi alla nascita, è consigliata come già detto all’anno d’età. L’importanza di tale visita è motivata dalla ricerca di eventuali anomalie anatomiche o alterazione della motilità oculare e della trasparenza dei mezzi diottrici (cornea e cristallino). Se riconosciute in tempo e trattate adeguatamente, si può fare in modo che tali alterazioni non creino futuri deficit alla vista del bambino.
Se il paziente non presenta alcuna anomalia, la visita successiva si consiglia a tre anni d’età. Il maggiore sviluppo di tutte le strutture dell’occhio, a questa età, permette all’oculista una più precisa valutazione dell’integrità dell’occhio del paziente. «Soprattutto – aggiunge Romanzo - il medico potrà rispondere con maggior precisione alla domanda che assilla, com’è naturale, i genitori: “Il mio bambino, da grande, dovrà portare gli occhiali?”».
A quattro anni d’età, la maggiore attenzione del paziente permette di valutare la capacità visiva utilizzando delle tavole di lettura (ottotipi) studiati appositamente per i bambini. Queste tavole rappresentano in genere disegni elementari di dimensioni sempre più piccole, oppure delle “E” girate nelle quattro posizioni.
È fondamentale eseguire l’esame della vista sui due occhi separatamente (monocularmente).
In assenza di difetti visivi e di anomalie anatomiche, si consiglia una visita a sei anni d’età. Successive altre viste potranno essere in ogni caso consigliate dall’oculista che ha in cura il bambino.