Test DNA sui cani: in questo modo risalgono al padrone dai bisogni lasciati per strada e gli fanno una multa salatissima.
Nel mondo il test del DNA sulle feci dei cani trovate per strada sta portando alla sanzione di tantissimi padroni incivili, e recentemente anche l’Italia ha deciso di introdurre questa procedura, ecco come funziona.
Test DNA sui cani
Quando il padrone di un cane non raccoglie gli escrementi del proprio animale domestico e li lascia in strada, finora poteva farla franca e non rischiare nulla, ma le cose stanno cambiando, e anche l’Italia ha deciso di introdurre una procedura che multa i padroni indisciplinati. In poche parole, se un funzionario autorizzato trova un escremento in strada, lo raccoglie e lo invia al laboratorio per farlo analizzare. Una volta scoperto il DNA dell’animale, si risale al padrone, che viene contattato e multato. La sanzione consiste in una multa di 100 euro più il risarcimento di 150 euro da corrispondere per i test di laboratorio effettuati per verificare la provenienza degli escrementi.
I motivi della decisione
Una volta messo appunto il metodo, molti governi nel mondo hanno deciso di applicarlo perchè le deiezioni dei cani, oltre ad essere sgradevoli, comportano anche dei rischi non indifferenti: l’alto numero di batteri che contengono può essere pericoloso per gli altri animali e per la salute pubblica. Infatti, l’azienda biotecnologica International Biosciences specifica che la defecazione media di un cane “contiene 3 miliardi di batteri fecali e l’OMS avverte che una malattia può trasferirsi dai rifiuti del cane ai bambini o ad altri animali domestici” che vi entrino in contatto.
Nello specifico, un cane “produce più batteri al giorno di un essere umano, una mucca e un cavallo combinati. Le feci del cane potrebbero causare disturbi quali febbre, mal di testa, vomito e disturbi renali”. Anche calpestare inavvertitamente un escremento e portarlo in macchina, in casa o in ufficio è rischioso e sicuramente non piacevole. Per non parlare poi delle regole di civile convivenza ed educazione, che impongono ai proprietari dei cani di raccogliere le loro deiezioni. Fortunatamente però, il tempo dei furbetti sembra essere finito.
Il caso italiano
Il Comune di Carmagnola, in Piemonte, ha introdotto il test del DNA sugli escrementi dei cani, e si sta dimostrando estremamente efficace per identificare i padroni dei cani che non raccolgono le feci dei loro amici a quattro zampe. Il progetto chiamato “Con il DNA di Fido, io mi fido!” ha dato il via alla procedura, essendo un’iniziativa che punta alla profilazione genetica dei cani per risalire ai padroni indisciplinati. Infatti, dal 2019 tutti i proprietari dei cani del Comune di Carmagnola devono recarsi al canile comunale o presso uno dei veterinari convenzionati, ed effettuare un tampone salivare del proprio cane.
La procedura è totalmente sicura e indolore per l’animale, e permette di ottenere il profilo genetico di tutti i cani dei residenti nel Comune di Carmagnola, e di inserirli in una banca dati studiata appositamente per lo scopo. Il Comune di Carmagnola collabora, nell’ambito di questa procedura, con l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta, che si occupa di analizzare i campioni di feci trovate in strada con quelli presenti sul database, individuando con certezza il cane che le ha fatte, e il suo padrone di conseguenza.
Per ora ad essere stati sanzionati sono solo in 6, e per evitare che ci siano cani i cui DNA non sono stati catalogati, stanno partendo le prime multe per chi non ha ancora portato il proprio animale domestico al prelievo del tampone salivare.